Proposta di acquisto: ci si può ripensare?
Hai già firmato una proposta d’acquisto e ti stai chiedendo se puoi ritirarla? Scopri quando è possibile.
Se stai pensando di acquistare casa oppure sei in procinto di farlo, devi sapere che prima di arrivare all’effettivo trasferimento della proprietà ci sono una serie di passaggi burocratici da seguire.
Il primo in assoluto è costituito proprio dalla proposta di acquisto, seguita dal compromesso e, infine, dal contratto definitivo di compravendita.
Ma cosa succede se, nel bel mezzo di uno di questi passaggi, si cambia idea?
Cos’è la proposta di acquisto di un immobile?
Innanzitutto, spieghiamo che cos’è nello specifico una proposta di acquisto di un immobile.
La proposta d’acquisto è il primo passo formale che un potenziale acquirente compie quando individua la casa giusta per sé.
Questa non è altro che una manifestazione di volontà con cui l’aspirante compratore esprime al proprietario il proprio interesse per l’acquisto dell’immobile.
Solitamente, la proposta viene formulata in forma scritta compilando un apposito modulo prestampato e accompagnata da un acconto, una somma di denaro versata dal potenziale acquirente che ha lo scopo di rafforzare e confermare l’interesse e l’impegno dimostrato.
Qualora la proposta venga accettata, l’acconto versato diventa una caparra confirmatoria.
Ma attenzione: la proposta non va confusa con il contratto definitivo!
Anzi, per sua natura ha una validità temporanea, entro cui il venditore è chiamato ad accettare o rifiutare le condizioni proposte.
Infatti, nel momento in cui l’acquirente sottoscrive la proposta, al suo interno viene stabilito anche il termine di validità (solitamente abbastanza breve) entro il quale il venditore può o meno accettare la proposta.
Una volta scaduto il termine di validità, la proposta non avrà più efficacia ed un’eventuale accettazione tardiva non produrrà alcun effetto.
Revoca della proposta di acquisto: si può tornare indietro?
Quando si firma una proposta d'acquisto per una casa, è normale chiedersi: posso ripensarci?
La risposta in questo caso è: dipende!
Come specifica l'art. 1328 del Codice Civile, la proposta di acquisto produce effetti soltanto con l’accettazione da parte del venditore.
Di conseguenza, il contratto verrà considerato concluso solo quando chi ha fatto la proposta di acquisto viene a conoscenza dell’accettazione della controparte.
Prima di allora, la proposta è solamente un’offerta, che può essere revocata dal proponente senza particolari conseguenze.
Insomma, se da un lato la proposta d’acquisto testimonia in modo tangibile l’interesse dell’acquirente, dall’altro lascia ancora margine per ripensamenti o rilanci da ambo le parti.
La revoca della proposta deve essere comunicata tramite lettera, impedisce la conclusione dell’accordo e consente comunque all’acquirente di ricevere indietro la somma versata a titolo di acconto.
Diversa è, invece, la situazione e le conseguenze di una revoca in caso di proposta irrevocabile per un certo periodo. In pratica si tratta di una proposta che non può essere revocata per un lasso di tempo specifico che, solitamente, va dai 7 ai 15 giorni.
In questo periodo di tempo il destinatario può o meno accettarla, ma il proponente non può avere ripensamenti se non una volta scaduto il termine fissato.
Va però sottolineato che c’è una differenza sostanziale tra una revoca e un ritiro della proposta d’acquisto:
il ritiro avviene se si cambia idea prima ancora che il venditore abbia ricevuto la proposta di acquisto. In pratica, con il ritiro si va ad avvertire il destinatario di non tener conto della proposta in itinere (anche in caso di proposta irrevocabile).
la revoca, invece, si verifica se il proponente si tira indietro dopo che il venditore ha già ricevuto la proposta.
Come hai potuto capire, districarsi tra i documenti e la burocrazia di una compravendita immobiliare non è affatto semplice.
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Appuntamento al prossimo articolo!
