Residenza e domicilio: che differenza c'è?
Due concetti spesso confusi e considerati l’uno il sinonimo dell’altro. Quali differenze ci sono tra residenza e domicilio?
Conoscere le differenze tra residenza e domicilio è molto importante, soprattutto per quanto riguarda la compilazione di documenti e dichiarazioni ufficiali (basti pensare, ad esempio, all'autocertificazione che dobbiamo esibire in questo periodo per gli spostamenti in zona rossa o arancione).
Per non sbagliare, in questo articolo riassumiamo le principali caratteristiche della residenza e del domicilio.
Differenza tra residenza e domicilio: cosa dice il Codice Civile?
Per chiarire bene i due concetti è necessario ricorrere alla definizione che viene fornita dal Codice Civile, precisamente all'art. 43, dove si descrive la residenza come “il luogo in cui il soggetto vive abitualmente” e il domicilio come la “sede degli affari o degli interessi”.
Ma questo che cosa comporta nella pratica?
La residenza corrisponde all'indirizzo in cui si trova l’immobile in cui si abita stabilmente e non soltanto in alcune occasioni o per un periodo limitato dell’anno.
Ad esempio, non sarà da considerarsi residenza la casa al mare in cui magari si trascorre solo il periodo estivo.
Nel caso in cui si decida di modificare la propria residenza e di spostarsi in un altro Comune stabilmente, si dovrà comunicare in maniera ufficiale tale spostamento, sia al Comune “di partenza” che all'ufficio anagrafe di quello “nuovo” tramite la compilazione di un'apposita dichiarazione.
Entro 45 giorni dalla comunicazione, il nuovo Comune verificherà la presenza del soggetto all'indirizzo comunicato e confermerà quindi il cambio di residenza.
Una volta completata questa procedura, sarà l’indirizzo indicato come residenza a definire l’iscrizione alle liste elettorali e a comparire sui principali documenti di riconoscimento.
Inoltre verranno recapitate qui tutte le comunicazioni ufficiali.
Si parla invece di domicilio per indicare il luogo in cui il soggetto ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi, dunque è un concetto legato alla sfera lavorativa.
Al domicilio verranno inviate le bollette di gas e luce, così come tutte le comunicazioni di tipo lavorativo: questo non determina però la possibilità di votare nel Comune di domicilio, né di scegliere qui il proprio medico di famiglia.
Spesso domicilio e residenza coincidono, ma essendo i due concetti ben distinti, i due indirizzi potrebbero anche essere differenti.
Ad esempio, pensiamo a uno studente o a un lavoratore fuori sede, che mantiene la residenza a casa dei genitori o comunque nel Comune di provenienza (dove quindi si recherà per votare) ma avrà il domicilio nella città in cui si trova per studio o per lavoro e dove, probabilmente, riceverà le bollette e le comunicazioni lavorative.
→ A questo proposito facciamo una precisazione importante: l'intestazione di un contratto di affitto non comporta alcun obbligo di trasferire la residenza nella nuova casa.
Al contrario di quanto accade quando si effettua il cambio della residenza, il cambio domicilio non necessita di una comunicazione ufficiale: sarà sufficiente un’autodichiarazione.
Attenzione: anche i servizi e le eventuali agevolazioni dipenderanno dal Comune o dalla Regione in cui si possiede la residenza, e non il domicilio.
Infatti capire la differenza tra domicilio e residenza è importantissimo a fini fiscali, soprattutto quando si è proprietari di una casa.
Un esempio per tutti? La possibilità di beneficiare del Bonus prima casa, che spetta esclusivamente a chi trasferisce la propria residenza entro 18 mesi dal rogito. Questo rappresenta uno dei requisiti fondamentali per mantenere le agevolazioni sull'acquisto.
